Introduzione
La questione dell’infanzia abbandonata affonda le sue radici in epoca remota.
Il problema degli esposti era già presente in Grecia: ad Atene, ad esempio, esisteva un tempio che provvedeva alla cura dei figli illegittimi e abbandonati.
Nell’Antica Roma il problema si intensificava: qui il pater familias già aveva il diritto di vita o di morte sui propri figli, altri bambini,
se non uccisi per deformazioni, venivano venduti o abbandonati e chi li trovava ne diventava proprietario,
nonostante mantenessero la propria libertà giuridica.
E’ soprattutto con la nascita dell’Impero romano che si iniziò a porre più attenzione e a provvedere a favore degli esposti:
furono infatti costruiti degli stabilimenti benefici per l’assistenza all’infanzia abbandonata.
Ma è con la nascita del Cristianesimo che si cominciò a combattere la pratica dell’esposizione:
la Chiesa se ne occupò direttamente e istituì dei brefotrofi, destinati al ricovero dei fanciulli abbandonati.
Tra i più antichi brefotrofi presenti in Italia c’è anche quello di Verona: la “Santa Casa di Pietà”,
depositati in una apposita cesta i bambini venivano accolti nella Santa Casa e nessuno aveva più diritto sul bambino esposto,
a meno che i genitori non lo riconoscessero e ne chiedessero la restituzione.
Tuttavia oltre che al problema degli esposti in sé vi era quello riguardante la filiazione,
ossia il rapporto tra figlio e genitori, che risentiva della tensione tra il valore riconosciuto ai legami di sangue (quelli che noi chiamiamo genetici) e la giurisdizione della filiazione.
Regolamento disciplinare economico provvisorio dell'ospizio degli Esposti di Maternità della provincia di Verona 1875
TITOLO 1
TITOLO 2 capitolo 1
TITOLO 2 capitolo 2
TITOLO 2 capitolo 3
TITOLO 2 capitolo 4
TITOLO 2 capitolo 5
TITOLO 2 capitolo 10